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LE ORCHIDEE DELLE COLLINE MORENICHE DEL LAGO DI GARDA


La famiglia delle Orchidaceae che comprende oltre 20.000 specie è la più numerosa dopo quella delle Compositae. Mentre queste ultime hanno la massima diffusione nelle zone temperate del nostro pianeta, le Orchidaceae sono maggiormente diffuse nelle zone tropicali ed equatoriali. In Italia sono presenti 120 specie. Le Orchidee tropicali spesso sono epifite (vivono sui rami degli alberi senza toccare il suolo assorbendo l'umidità dell'atmosfera mediante le radici aeree) ed i fiori possono essere anche molto grandi. Invece le Orchidee nostrane sono tutte geofite (provviste di bulbo-tuberi sotterranei ) a portamento eretto erbaceo con fiori relativamente piccoli. Nonostante la grande diversità di aspetto tra le varie specie di Orchidee, gli elementi che formano il fiore sono gli stessi: tre tepali esterni e tre tepali interni. I tepali esterni sono normalmente uguali tra di loro e costituiscono i due sepali laterali ed il sepalo superiore: possono essere liberi oppure saldati fra di loro (conniventi). Vi è invece grande diversità tra i due petali laterali e quello inferiore, detto labello, che assume dimensioni maggiori, spesso è lobato e vivacemente pigmentato. L'ovario è infero e generalmente ritorto di 180°, torsione necessaria per mantenere il labello in posizione inferiore. La funzione del labello è quella di richiamo per gli insetti impollinatori. Infatti le Orchidee, a differenza di molte altre piante, non si affidano al vento per l'impollinazione: infatti l'impollinazione anemofila richiede una grande quantità di polline per aumentare le probabilità di successo e questo richiede un gran numero di risorse alla pianta. Il polline delle Orchidee è agglomerato in due masse polliniche sostenute da due fusticini (caudicole) terminanti in piccoli dischi appiccicosi: questi apparati si chiamano pollinii . I pollinii rimangano attaccati all'insetto che visita il fiore di Orchidea a causa della sostanza vischiosa.

In brevissimo tempo, a contatto con l'aria, le caudicole che sostengono le masse polliniche si piegano ad angolo retto e quando l'insetto visita un altro fiore di Orchidea il polline si trova nella giusta posizione per lambire la parte femminile (le Orchidee hanno l'apparato maschile e quello femminile nello stesso fiore) ed effettuare l'impollinazione.

Molte Orchidee attraggono gli insetti impollinatori (pronubi) grazie alla vistosità del labello ed al sicuro nutrimento costituito dal nettare (una sostanza liquida zuccherina) che i fiori trattengono in una sacca formata dall'evaginazione di una parte del labello detta sperone. In alcune specie, come in Platanthera bifolia , gli speroni sono molto lunghi e stretti e quindi vi è una selezione negli insetti adatti all'impollinazione, in questo caso i lepidotteri (farfalle) che sono gli unici a possedere la spirotromba, lunga e sottile, adatta per lambire il nettare posto alla base dello sperone. In altri casi la selezione è ancora più spinta arrivando al punto che il fiore è in grado di attrarre solo una particolare specie di insetto. Il caso più significativo è dato dal genere Ophrys : queste piante non hanno nettare da offrire ai pronubi, ma il loro labello si modifica fino ad apparire identico per dimensioni, consistenza, colore, pelosità e soprattutto odore (feromoni) all'insetto femmina pronto all'accoppiamento. L'insetto maschio viene ingannato dall'apparenza del labello e cerca di accoppiarsi con il fiore: durante questa falsa copula i pollinii restano attaccati alla testa dell'insetto che effettuerà l'impollinazione quando sarà  ingannato da un altro fiore. Alcune specie hanno perso il pronubo in quanto si è estinto, quindi l'alternativa all'estinzione anche della pianta è l' autogamia : i pollinii si piegono da soli e toccano la parte femminile autofecondandosi. Questo tipo di riproduzione è poco vantaggioso in quanto non fornisce la necessaria variabilità genetica necessaria alla sopravvivenza di alcuni individui in caso di variazioni climatiche: la pianta infatti si riproduce uguale a se stessa.

Il fatto che le Orchidee siano frequentemente visitate da insetti è la spiegazione della preferenza dei ragni granchio (una specie di ragno che non tesse la tela, ma usa la tecnica dell'agguato mimetizzandosi sul fiore per catturare gli insetti). Questo Aracnide è variamente colorato allo scopo di apparire come parte del fiore su cui si trova . Una volta fecondato, il fiore produce un'enorme quantità di semi con pochissima sostanza nutritiva. Una volta germinato l'embrione si ritroverebbe molto presto senza nutrimento se non intervenissero le ife di un fungo inferiore del genere Rhizoctonia penetrando nelle cellule dell'Orchidea fornendola di sostanze nutritive ( micorriza endotrofica ). La simbiosi con questo fungo finisce di essere necessaria alla pianta quando questa è in grado di produrre autonomamente il nutrimento necessario attraverso la fotosintesi clorofilliana, ma nelle Orchidee prive di clorofilla (Neottia, Limodorum etc.) questa simbiosi non può mai interrompersi.

Vi è da dire inoltre che il tempo che intercorre dal seme germinato ad una pianta in grado di produrre fiori è di svariati anni.
In questa mostra sono riportate le fotografie delle Orchidee presenti nelle colline moreniche del comune di Sona. Le colline moreniche gardesane sono composte dal materiale trascinato come da un caterpillar dalla lingua del ghiacciaio che ha scavato la conca del Benaco durante le ultime glaciazioni, formando un circo di rilievi bassi e di dolce declivio nella parte meridionale separando il lago dalla pianura padana. Sono gli unici luoghi dove è possibile incontrare le Orchidee in quanto in parte non sottoposte a coltura intensiva. Spesso sono terrazzate per la coltura dell'olivo, ma anche in questo caso l'utilizzo del territorio non è invasivo al punto da distruggere tutte le specie di orchidee (nelle colture intensive, oltre alla distruzione delle Orchidee viene steriminato anche il fungo simbionte precludendo un'eventuale ricomparsa delle specie per centinaia di anni anche nel caso di abbondono delle colture).

Altre volte, l'unico utilizzo delle colline moreniche è stato l'abbattimento degli alberi per il pascolo nei secoli scorsi: la maggiore insolazione permette l'insediamento delle specie di Orchidee termofile tipicamente mediterranee ( Ophrys ). In rari casi la collina non è stata toccata dall'uomo e presenta le vegetazione climax costituita principalmente (per quanto riguarda le specie arboree) da Quercus pubescens (roverella) e Fraxinus ornus (Orniello). Qui troviamo le Orchidee amanti dell'ombra ( Cephalanthera, Platanthera, Limodorum, Neottia etc.). Una collina morenica non è un luogo ideale per le specie vegetali: l' orizzonte superficiale del suolo ha un piccolo spessore ed è povero di humus (quindi poco fertile) ed inoltre il terreno è ciottoloso ed è in grado di trattenere solo una piccola quantità d'acqua. Le piante devono essere molto specializzate per crescere in tale ambiente.

Tratto dal testo di Paolo Bussola

 

 

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Ultimo aggiornamento: 07-01-08