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LE ORCHIDEE DELLE COLLINE MORENICHE DEL LAGO DI GARDA
In brevissimo tempo, a contatto con l'aria, le caudicole che sostengono le masse polliniche si piegano ad angolo retto e quando l'insetto visita un altro fiore di Orchidea il polline si trova nella giusta posizione per lambire la parte femminile (le Orchidee hanno l'apparato maschile e quello femminile nello stesso fiore) ed effettuare l'impollinazione. Molte Orchidee attraggono gli insetti impollinatori (pronubi) grazie alla vistosità del labello ed al sicuro nutrimento costituito dal nettare (una sostanza liquida zuccherina) che i fiori trattengono in una sacca formata dall'evaginazione di una parte del labello detta sperone. In alcune specie, come in Platanthera bifolia , gli speroni sono molto lunghi e stretti e quindi vi è una selezione negli insetti adatti all'impollinazione, in questo caso i lepidotteri (farfalle) che sono gli unici a possedere la spirotromba, lunga e sottile, adatta per lambire il nettare posto alla base dello sperone. In altri casi la selezione è ancora più spinta arrivando al punto che il fiore è in grado di attrarre solo una particolare specie di insetto. Il caso più significativo è dato dal genere Ophrys : queste piante non hanno nettare da offrire ai pronubi, ma il loro labello si modifica fino ad apparire identico per dimensioni, consistenza, colore, pelosità e soprattutto odore (feromoni) all'insetto femmina pronto all'accoppiamento. L'insetto maschio viene ingannato dall'apparenza del labello e cerca di accoppiarsi con il fiore: durante questa falsa copula i pollinii restano attaccati alla testa dell'insetto che effettuerà l'impollinazione quando sarà ingannato da un altro fiore. Alcune specie hanno perso il pronubo in quanto si è estinto, quindi l'alternativa all'estinzione anche della pianta è l' autogamia : i pollinii si piegono da soli e toccano la parte femminile autofecondandosi. Questo tipo di riproduzione è poco vantaggioso in quanto non fornisce la necessaria variabilità genetica necessaria alla sopravvivenza di alcuni individui in caso di variazioni climatiche: la pianta infatti si riproduce uguale a se stessa. Il fatto che le Orchidee siano frequentemente visitate da insetti è la spiegazione della preferenza dei ragni granchio (una specie di ragno che non tesse la tela, ma usa la tecnica dell'agguato mimetizzandosi sul fiore per catturare gli insetti). Questo Aracnide è variamente colorato allo scopo di apparire come parte del fiore su cui si trova . Una volta fecondato, il fiore produce un'enorme quantità di semi con pochissima sostanza nutritiva. Una volta germinato l'embrione si ritroverebbe molto presto senza nutrimento se non intervenissero le ife di un fungo inferiore del genere Rhizoctonia penetrando nelle cellule dell'Orchidea fornendola di sostanze nutritive ( micorriza endotrofica ). La simbiosi con questo fungo finisce di essere necessaria alla pianta quando questa è in grado di produrre autonomamente il nutrimento necessario attraverso la fotosintesi clorofilliana, ma nelle Orchidee prive di clorofilla (Neottia, Limodorum etc.) questa simbiosi non può mai interrompersi. Vi è da dire inoltre che il tempo che intercorre dal seme germinato ad una pianta in grado di produrre fiori è di svariati anni. Altre volte, l'unico utilizzo delle colline moreniche è stato l'abbattimento degli alberi per il pascolo nei secoli scorsi: la maggiore insolazione permette l'insediamento delle specie di Orchidee termofile tipicamente mediterranee ( Ophrys ). In rari casi la collina non è stata toccata dall'uomo e presenta le vegetazione climax costituita principalmente (per quanto riguarda le specie arboree) da Quercus pubescens (roverella) e Fraxinus ornus (Orniello). Qui troviamo le Orchidee amanti dell'ombra ( Cephalanthera, Platanthera, Limodorum, Neottia etc.). Una collina morenica non è un luogo ideale per le specie vegetali: l' orizzonte superficiale del suolo ha un piccolo spessore ed è povero di humus (quindi poco fertile) ed inoltre il terreno è ciottoloso ed è in grado di trattenere solo una piccola quantità d'acqua. Le piante devono essere molto specializzate per crescere in tale ambiente. Tratto dal testo di Paolo Bussola
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