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● Buon Natale e Buone Feste

● Luciano e Silvia raccontano….

Gli auguri del nostro Parroco Don Paolo

Con i tempi che corrono ognuno di noi sente il bisogno di essere rincuorato per affrontare le quotidiane difficoltà con animo più sereno ed una visione più fiduciosa verso il futuro.

Pertanto , noi della Torre di Palazzolo, abbiamo chiesto al nostro Parroco Don Paolo di formulare un augurio per il Natale e l'anno nuovo. Eccolo :

E' molto bello. Servirà a tutti noi per affrontare il futuro confortati dalla accresciuta consapevolezza che la cristiana ricerca di giustizia è fatta anche di “rottura”.

Contraccambiamo a Don Paolo i nostri più sinceri auguri di Buon Natale.

 

Abbiamo ricevuto questa stupenda lettera da parte di Silvia Tacconi , sostenitrice di iniziative di solidarietà. Ci è sembrato doveroso divulgarla per permettere ad ognuno di noi di conoscere e partecipare a tali meritevoli opere umanitarie .

Facendo seguito alla lettera di Silvia proponiamo una breve intervista a suo marito Tacconi dott. Luciano sulla Missione di ICEME (Nord-Uganda)

  1- Come e quando inizia la tua esperienza ad lceme?

Il mio coinvolgimento come uomo e come medico presso la Missione di lceme (Nord-Uganda),nasce progressivamente negli anni della mia presenza presso l'Ospedale di Kalongo (pure nel Nord-Uganda a circa 150 Km. da Iceme)dove sono presente fin daI ‘78 (indirizzato dai Padri Comboniani di Verona a cui avevo chiesto ,di mia scelta ,se c'era bisogno di un medico in qualche loro ospedale africano) e dove lavoro per circa dieci anni assieme al Padre comboniano e medico Giuseppe Ambrosoli (un uomo affascinate nel suo impegno per gli altri,che mi sarà padre nello spirito e maestro nel campo medico e di cui è in corso la causa di beatificazione ;è già “Servo di Dio” ) e dove conosco pure Silvia,che diventerà mia moglie e che mi sarà maestra nel campo dell'ostetricia,(fondamentale per un medico in Africa),la quale proveniva appunto dalla zona di Iceme.

2-Quale è stato il tuo impatto con una realtà culturale tanto diversa?

Le differenze culturali,che credo si trovino in qualsiasi realtà diversa dalla “nostra”,si superano abbastanza facilmente se nel nostro lavoro c'è amore,impegno e vera passione per ciò che si fa. Tre ingrediente che ti fanno andare avanti con gioia e soddisfazione,pur nelle difficoltà sempre presenti qui come in Africa. La comprensione e t'affetto stesso della gente semplice dei villaggi che “percepisce” che stai veramente lavorando “per loro” è di grande aiuto a superare ogni barriera culturale e razziale. Confesso che negli anni d'Africa mi sono fatto molti amici e con loro parlavo,discutevo ,stavo bene insieme e non avvertivo che fossero “africani diversi ; e il “colore” stesso della pelle mi era diventato veramente un fatto marginale.

3- Fame,malattie,povertà,violenza sono le drammatiche realtà di molte zone d'Africa.Quali sono state le prime emergenze che hai affrontato ad lceme e quale il risultato raggiunto?

La zona di lceme è un'area molto povera sotto tanti punti di vista: manca la luce,manca l'acqua (la gente l'attinge a qualche sorgente naturale o presso dei rigagnoli o fiumiciattoli dove vanno anche gli animali), mancano le scuole, manca sopratutto (ed è questa la molla che mi ha spinto ad aiutare) ogni assistenza sanitaria un pò pianificata, Il primo ospedale pubblico è a circa 80 Km con strade impraticabili durante la stagione delle piogge e ...senza mezzi di trasporto. La mortalità materno infantile era ed è ancora purtroppo molto alta :malattie curabili come la malaria,la tubercolosi,Ia gastro-enterite,l'anemia acuta,la broncopolmonite portano a morte bambini nella fascia di età tra i O e 5 anni con una percentuale tra i 15 e 20 % (come da noi ai primi del 1800), Inoltre parecchie mamme muoiono di emorragia da parto o altre complicanze ostetriche, sotto la capanna dove per quasi tutte è abitudine partorire. Questo ci ha spinto, assieme a Silvia ,ad un fratello comboniano (fr. Rinaldo Pendin di Schio ,VI ) e un padre comboniano (p. Sebastiano Bianchi di Luino ,VA) presenti nella Missione di lceme, a darci un pò da fare per “tirar su” un piccolo Centro Sanitario di Maternità e Pediatria,che ora,seppur con enormi difficoltà sta funzionando con personale locale e comincia ad aiutare veramente la popolazione. Tutto ciò con il contributo economico della parrocchia di Palazzolo , della parrocchia di Sona e di alcuni nostri amici che avevano condiviso con me e Silvia alcuni anni d'Africa.

4-Il “bello” e il “brutto” di questa tua esperienza?

Quando si cerca,pur con i nostri limiti ,di fare qualcosa per gli altri che sono nel bisogno,la gioia interiore che si prova quando si constata che il tuo povero sacrificio ha portato veramente ad un miglioramento dell'altro,.. .questa gioia è impagabile. Purtroppo,per poter fare un pò di bene,si devono “mandar giù” molti bocconi amari :incomprensioni ed ostacoli da parte di capi locali da cui ti aspettteresti aiuto e invece vorrebbero la “tangente” ; furti di materiale e farmaci da parte di povera gente...pur di sopravvivere; incoerenza e abbandono di personale locale (purtroppo sottopagato per mancanza di fondi)e a cui avevi cercato di insegnare e dare il meglio dell'esperienza; talora distruzione intenzionale di strutture della Missione da parte di altri gruppi religiosi integralisti (la missione di lceme è stata attaccata e parzialmente distrutta per ben 16 volte in questi ultimi vent'anni)... .e dopo si deve ricominciare da capo con tanta ,tanta fede!!

5-Hai cercato di coinvolgere la gente dei nostri paesi chiedendo solidarietà per lceme. Che tipo di risposta hai avuto?

Mi sono accorto che la gente ,in generale , dei nostri paesi è ancora molto sensibile ai problemi socio-umanitari e per quanto uno può, è generosa nel rispondere a richieste di aiuto. Giustamente si richiede per quanto possibile di poter constatare i risultati ottenuti e sopratutto aver totale fiducia nella persona che chiede l'aiuto. Sia io che Silvia abbiamo cercato,pur con i nostri Iimiti,di rispondere positivamente e con sincerità a questi due “presupposti”della solidarietà. Per questo, fin dall'inizio ci siamo rivolti sopratutto ad amici e persone che ci conoscevano da anni e sapevano del nostro impegno per l'Africa ; e desideriamo sempre che il nostro rapporto sia fondato sulla fiducia reciproca tra noi e chi ci aiuta.

6- Attualmente com'è la situazione?

Purtroppo la situazione in generale è ancora di completa “insicurezza”!! Manca la pace “stabile”! La pace è un dono immenso ed impagabile,di cui noi che viviamo nella sicurezza non ci rendiamo conto! Tutto il Nord-Uganda è fin dal 1986 teatro di guerriglia (non è mai stato accettato dalla popolazione il governo militare attuale,salito apppunto al potere con un colpo di stato in quell'anno). Inoltre negli ultimi anni si è aggiunta la piaga dei ribelli sudanesi,gruppi armati,che vengono ,assaltano i villaggi ,uccidono ,bruciano e rapiscono i bambini (il loro capitale !! e secondo fonti ufficiali UNICEF ,nel Nord-Uganda ne sono stati rapiti negli ultimi anni più di 25.000 !!!) per poi rivenderli al mercato degli schiavi in Sudan o farne a sua volta dei guerriglieri. Tutto ciò crea una situazione di instabilità cronica,che paralizza le energie e i progetti per il futuro, impedisce il normale lavoro stagionale dei campi e crea tensione e paura quotidiana. Leggendo la nostra storia ,paragonerei questa situazione esattamente alle incursioni degli arabi-saraceni nel sud Italia tra il X 0 e XIV 0 secolo.

7- Ogni anno il 6 di gennaio a Sona si tiene l'ormai tradizionale incontro per riproporre le adozioni a distanza, Oltre a questa iniziativa che progetti hai per il futuro?

Silvia,mia moglie,con l'aiuto di alcuni nostri amici,vedendone l'estrema necessità si è impegnata nel tirar su una scuola elementare con annesso un piccolo asilo (già costruite sette aule con ufficio e un pozzo ad immersione per l'acqua).

In questa zona di Iceme ,come tutto il Nord-uganda,il problema dell'istruzione è praticamente negletto da parte del governo militare centrale (..“in tutt'altre faccende affacendato”..) e lasciato all'iniziativa privata. ll problema che ci si sta ponendo davanti( mancando qualsiasi contributo da parte della gente locale,veramente povera) é...di come riuscire ad offrire un salario per i maestri (...ne servirebbero dieci..e il costo annuale più basso per ognuno di loro è di circa 800 euro). lnoltre, siccome si vuole dare ai bambini un pò di cibo locale (polenta bianca e fagioli) a mezzogiorno . .dovremmo costruire un refettorio per circa 150 bambini (con annessa piccola cucina a legna e magazzino per cibo) di circa 25x1 O mq, del costo locale di 30.000 euro.

Oltre a ciò è emersa ormai la necessità presso il “Centro sanitario” della Maternità e Pediatria della missione di lceme di costruire tre piccole casette per ospitare il personale locale che opera. La zona è molto isolata e chi lavora lì non può ritornare a casa,così si deve dar alloggio presso la struttura stessa.

8-lceme è una realtà difficile ma che ti appassiona: torneresti laggiù e se potessi ti piacerebbe vivere e stabilirti là?

Ho già vissuto quindici anni in Uganda...e conosco quindi un pò la realtà africana, I bisogni sono immensi e se dovessi ascoltare solo la mia coscienza di medico dovrei essere giù oggi stesso; ma la vita ci impone delle scelte.. .e oggi oltre che medico sono anche “papà” e questo nell'ordine morale viene prima e impone degli obblighi verso i figli e la famiglia in generale. A Dio piacendo,quando vedessi la cosa fattibile,sono pronto a tornar giù con tutto il mio entusiasmo. Devo confessarlo :l'esercizio della professione medica in Africa è a 360 gradi (non solo pediatria !)e la soddisfazione che si prova “dentro” facendolo con passione é...impagabile; Ringrazio ancora e sempre il caro compianto comboniano padre Giuseppe Ambrosoli per avermelo insegnato con la vita e fatto sperimentare giorno dopo giorno.

Ringraziamo, Tacconi Luciano.

Tacconi Luciano , nato 02.03. 51 a Verona , si laurea in Medicina e Chirurgia a Padova nel ‘77. E' in Uganda dal ‘78 dove lavora come pediatra e chirurgo presso l'ospedale di Kalongo fino al ‘93 (con una breve parentesi di tre anni presso l'ospedale di Hoima,centro sud Uganda,dopo la chiusura forzata dell'ospedale stesso per la guerra civile ).Nel ‘93 rienta in Italia per la famiglia e lavora come pediatra di base a Valeggio (VR),tornando ogni tanto giù in Uganda per brevi periodi a dare una mano. Luciano ora risiede in loc. Bosco di Sona il padre Francesco è residente a Palazzolo come il resto della sua parentela. Coloro che , lette queste righe , intendessero contattarlo per diventare partecipi di concrete iniziative di solidarietà possono telefonare al numero 045.6080618.

La presente intervista è pubblicata anche sul periodico “il Baco da Seta”

 

Il gruppo La Torre di Palazzolo augura Buon Natale 2004 e felice anno nuovo. Invita tutti a partecipare liberamente alle iniziative del gruppo. Per informazioni telefonare al n° 045.6080170.

 

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Ultimo aggiornamento: 03-04-07